Non sarà sicuramente un apporto "importante" per l'autocostruzione, ma mi farebbe piacere poter mettere a disposizione quello che è il mio campo di studio per il Forum, e fare il mio
Scorrendo la discussione, ho visto che ci sono delle imprecisioni e qualche informazione tecnica sbagliata nella questione "fotografiamo gli artificiali".
Premetto che la migliore delle situzioni (per come la vedo io) prevede l'uso di un flash da studio che permetta la regolazione dell'intensità dell'emissione luminosa ma che utilizzando luci continue si può arrivare comunque ad ottimi risultati.
- Il modo migliore per fotografare un oggetto (nonché il più intuitivo) è quello di costruirsi una GABBIA DI LUCE. Diventa importante, ora, le scelta dei materiali usati.
Ho letto che qualcuno usa uno sfondo rosso : niente di più sbagliato. I sensori delle macchine digitali sono abbastanza "stupidi" ed hanno molta difficoltà quando incontrano il rosso, incappando in effetti ottici sgradevoli e difficilmente correggibili in post produzione (elaborazione su un qualsivoglia programma di editing).
Scegliamo uno sfondo il più possibile neutro (il grigio medio al 18 % va benissimo) o addirittura nero. Meno riflessi c sono da gestire e meglio è!
Il top della scelta sarebbe il lexan opaco, poiché si presenta come un ottimo compromesso tra indice di assorbimento e di rifrazione della luce.
Un consiglio che vi do è quello di costruirvi un supporto unico per sfondo e base : cerchiamo di non dividerli nettamente ma di creare una curva all'intersezione di questi ed una soluzione può essere quella di montare una L in legno e di applicarvi o una lastra di lexan o di cartoncino (nero/grigio) in modo da addolcire l'intersezione netta degli assi con, appunto, una curva del materiale aggiuntivo.
Torniamo alla GABBIA : il concetto è quello di avere un punto di luce SINGOLO che abbia la propagazione luminosa completamente riflessa. Mi spiego :
Immaginate un cubo che sulla faccia superiore regge la luce. Ora, in sezione frontale, avremo la base dove poggia l'oggetto sulla faccia opposta a quella dell'illuminazione con alla sua destra e alla sua sinistra due pannelli in POLISTIROLO (non usate il tessuto! Scarso indice di riflessione e pericolo con il calore), i più economici che riuscite a trovare, anche se recuperati da un imballaggio vanno bene. E' intuitivo che se l'illuminazione dovesse risultare "poco luminosa", basta avvicinare in maniera proporzionale luce e riflessi all'oggetto!
In questo modo, realizzerete la vostra gabbia di luce ed avrete un oggetto da fotografare completamente e congruamente illuminato.
Nessuno vi vieta di ruotare quel cubo attorno all'oggetto e di sistemare il punto di luce su una delle facce laterali, così da investire l'oggetto lateralmente e creare una digradanza di luce che si sposti non più sulla linea verticale ma su quella orizzontale.
Aggiungo che si può sostituire uno dei pannelli in polistirolo con una superficie nera : il nero assorbe ed il risultato fotografico di quest'applicazione è quella di creare una digradanza più accentuata (inizia ad essere un "controllo della luce" un filo più avanzato
).
Suggerisco addirittura se fotografate l'oggetto frontalmente (non dall'alto, per intenderci) di mettere un riflesso in polistirolo anche SOTTO lo stesso oggetto perchè : I CONTROLUCE (seppur lievi, sono generati dai riflessi) accentuano e danno contrasto ai bordi dell'oggetto fotografato, "staccandolo" dallo sfondo. Sfondo che non è necessario mettere a distanze siderali dall'oggetto
e vi spiego perchè.
- Iniziamo a parlare dello scatto : il principio dello still life vuole (in linea di massima) che TUTTO SIA A FUOCO e MAI deformato. Come facciamo ?
Per ovviare alla deformazione prospettica cerchiamo di usare un'ottica che tenda ad un medio-tele : un 100 mm è la scelta ottimale (se volete vi spiego perchè, ma è lunghetta e potete anche fare a meno di quest'informazione) ma aggiungo che, se doveste usare una macchina mono obiettivo (le "compatte", per intenderci) è preferibile scegliere un compromesso ma lavorare sempre e solo con ZOOM OTTICO e MAI digitale (se il nostro zoom ottico ci permette di arrivare ad 80 mm, usiamo 80 mm)
Per mettere tutto a fuoco (in realtà, per conservare una elevata PROFONDITA' DI CAMPO [se volete spiego anche qui, basta chiedere
]) scegliamo di scattare ad un diaframma abbastanza chiuso, l'intervallo tra f/10 ed f/14 è ideale (meno non da necessaria profondità di campo, oltre inizia a dare scarsa resa qualitativa).
In questo modo, che usiate controlli completamente manuali o semi (priorità di diaframma) sarà necessario dilatare i tempi di scatto e quindi, NECESSARIO usare un cavalletto per evitare (come la peste!) il mosso. Come già suggerito, è ideale l'utilizzo di uno scatto remoto o dell'autoscatto.
Se il vostro corpo macchina vi consente di impostarlo, cercate di lavorare a valori ISO bassi, mai più di 400, poiché ad alti iso si genera elevata quantità di disturbo elettronico molto visibile sullo scatto.
Cercate, poi, di usare un corretto BILANCIAMENTO DEL BIANCO, che evita dominanze cromatiche. Significa scegliere la giusta temperatura del colore da indicare alla macchina. Il più delle volte quello automatico c'azzecca, ma se dovessimo notare risultati troppo caldi o freddi, il colpevole è lui.
Spero di aver dato un aiuto gradito e vi esorto a domandare se aveste dubbi, è un piacere poter contribuire su questo forum
Un salutone!