| OFF TOPIC ON: La questione è complicata e rischiamo di entrare in una spirale di filosofia alieutica spiccia senza uscita, o meglio, dalla quale ognuno di noi esce con la propria idea... Concordo con "l'intenzionalità", ovvero se vado a pescare lo faccio, egoisticamente, per catturare un pesce, cosa che soddisfa l'ancestrale istinto di caccia. La pratica prevede il forare l'apparato boccale di un pesce con un amo o un'ancoretta - adeguati allo scopo, magari senza ardiglione, e seguendo gli obblighi legislativi vigenti - e, nel nel mio personalissimo caso, rilasciarlo nelle migliori condizioni possibili. Guardando la cosa nel suo insieme risulta illogica e la pratica - in sè cruenta - cozza pesantemente con il rilascio. Proprio su questa tesi peraltro si basano le legislazioni sulla pesca di alcuni stati europei che prevedono la soppressione, il più possibile rapida e immediata, del pesce che si porta a riva senza nemmeno contemplarne il rilascio. Ovvero: chiudi il cerchio di "sofferenza" e "danno" arrecati al pesce e te lo porti a casa da mangiare. In una condizione "normale" di ambiente, in equilibrio con sè stesso, in assenza di pesantissime perturbazioni antropiche, il corso "naturale" delle cose potrebbe essere quello, sempre nel rispetto del buon senso e soprattutto della legislazione (misure minime e massime, periodo di divieto per frega, o divieto totale per specie a rischio, con relativa deroga al rilascio se occasionalemente pescate e quant'altro...). Ora, in Italia, ittiologicamente parlando siamo allo sbando totale quindi vivo la mia scelta di pescare e rilasciare il pescato, in acqua dolce o in mare c'è poca differenza, come una condizione necessaria per continuare - egoisticamente - a fare ciò che mi piace. Fatta questa premessa cerco nel mio piccolo di "limitare il più possibile i danni", il che significa pescare sempre con attrezzature un poco sovradimensionate per ridurre i tempi di combattimento, significa evitare esche o presentazioni che possano arrecare grossi danni ai pesci (per esempio i long jerk a tre ancorette, nella stragrande maggioranza dei casi vengono attaccati a metà del corpo e l'ancoretta di coda si va a piantare in ogni dove mettendo a rischio occhi e branchie, perciò sto progettendo dei LJ a 2 sole ancorette posizionate ai 2/5 e ai 4/5 del corpo), significa usare il cavetto in presenza di lucci anche se rivolgiamo le nostre attenzioni ad altri pesci, significa evitare di impanare i pesci nella sabbia o farli sbattere sulle pietre, significa toccarli il meno possbile e sempre con le mani bagnate, significa a volte rinunciare anche ad una bella foto, significa darsi un limite in caso di estrema facilità di cattura, significa semplicemente usare il buon senso e la logica per tutelarli, a parte quel "forellino"...
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