Autocostruzione artificiali

salmo deep, Salmerino jerk ripreso dal ripriser

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cepi 2
icon6  view post Posted on 11/10/2011, 20:02 by: cepi 2
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speriamo che non anneghi......l'artificiale

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SALMO DEEP
Salmerino jerk ripreso dal ripriser

Col presente tutorial andremo ad eseguire alcune caratteristiche su dima personalizzata di un noto artificiale, il riprizer.
Premetto che la spiegazione di come costruirlo ricalca le prime fasi di un progetto che necessariamente non vuol dire sia uguale all’originale, anzi ne coglie solo alcune sue caratteristiche di base. Quindi anche se ho fatto ed usato alcuni prototipi eseguirò passo passo la costruzione come se fosse la prima volta. Questo per maggiore chiarezza ed anche per dare l’opportunità a chi volesse provare a rifarlo di personalizzarlo a suo modo e alla sua maniera e modo di costruire. Quindi alcuni passaggi già noti presenti nei vari tutorial li salterò in maniera tale da concentrare l’attenzione sui punti salienti.
Cominciamo quindi a scegliere la forma da eseguire da una dima stampabile e ridimensionabile
[IMG]dima Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Ritagliamone i contorni e incolliamoli su un listello di legno.
In questo caso ho scelto la samba perché facilmente lavorabile e reperibile un po’ ovunque tralasciando legni pregiati o più pesanti per rendere più facile la comprensione del procedimento di costruzione.
[IMG]grezzosbozzato Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Dopo avere formato la silouette nel grezzo non ancora smussato come da foto sopra, andiamo a segnare da subito il punto in cui effettuare il taglio della paletta.
Per tracciarlo di solito uso una dima che ritaglio da un angolare in plastica, ma è preferibile ritagliarla su materiali più rigidi come alluminio o ottone se possibile, questo ne permette una durata maggiore.
segnopaletta1

Uploaded with ImageShack.us
Si esegue quindi il segno su un lato del grezzo come da foto
[IMG]segnopaletta2 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
E poi facendo scorrere la dima sulla pancia del grezzo fino a raggiungere l’angolo del segno precedente si effettua il secondo segno come da foto.
Si passa quindi a sbozzare e rifinire il grezzo dando una forma prevalentemente da jerk, ovvero smussando leggermente il muso, rastremando di poco la coda e arrotondando dorso e pancia ma lasciando gli stessi piatti nel loro culmine.
[IMG]grezzolato Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
[IMG]grezzosopra Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
In pratica come da esempio visivo.
Nel frattempo eseguiremo i fori per l’alloggiamento degli anellini avvitati.
Prestate particolare attenzione a quello di testa. È lui che ci darà il movimento voluto e deve quasi toccare la paletta come da foto sopra.
In più quelli di pancia nel caso vogliate mettere delle ancorine maggiorate vi consiglio di girarli di 90° rispetto alla lunghezza. Questo permette agli split di fare meno escursione col conseguente intreccio delle ancorine.
Nel caso invece vogliate optare per il doppio amo basta metterli nel modo classico, ovvero in direzione della lunghezza dell’artificiale.
A questo punto impermeabilizziamo l’artificiale per eseguire le prove di piombatura in acqua.
Personalemnte faccio in questo modo per alleggerire della quantità di piombo da mettere come zavorra semplicemente sfruttando l’appesantimento di tutto il corpo del grezzo.
[IMG]alluminio Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Difatti come si nota dalla foto applico delle “guance” di alluminio sui lati e poi do una mano di resina epossidica liquida dopo aver bloccato con la stessa gli anellini in sede riempiendone i fori.
Nei definitivi di solito preferisco usare un sistema diverso e cioè fissare gli anellini, dare il protettivo (resina epossidica) e quindi applicare l’alluminio e decorare.
Ma questo metodo da usare soprattutto nei primi e nei prototipi mi permette da subito di fare il giusto compromesso di piombatura e finitura nei galleggianti senza eccedere nel peso e darmi l’idea giusta di come viene il finito.
Passiamo quindi alla prova di piombatura in acqua
[IMG]inacquasopra Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
[IMG]inacquasotto Uploaded with ImageShack.us[/IMG]

Come si capisce dalle foto ho applicato dei pesi, in questo caso due sfere di piombo da 2 g l’una più ancorine split e paletta(ma voi potete utilizzare sfere di acciaio, tungsteno o qualsiasi altra cosa riteniate opportuna). Le sfere le ho messe in posizione con del nastro gommato da carrozziere. Come si capisce sempre dalle foto l’assetto in acqua dell’artificiale deve avere la schiena, o meglio la porzione della schiena al massimo della curvatura fuori dall’acqua per avere il nuoto giusto alla trazione. La paletta invece deve rimanere sommersa di pochi mm per permettere da subito il movimento giusto nel recupero, sia esso su trazione che jerkato.
Per la paletta ho usato questa forma replicabile da dima
[IMG]paletta Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Nella dima ho segnato il punto in cui fare una leggera concavità nel lexan (in questo caso da 1.5 mm) mentre le lineette rappresentano il punto in cui fare un incavo con le pinze piatte che parte dalla punta della paletta fino al perimetro della conchetta.
La lunghezza che deve sporgere dall’artificiale è di circa 3 cm massimo 3.5 cm e deve entrare nel grezzo di almeno 50 mm. Quindi è un totale di circa 3.5 - 4 cm.
Passiamo quindi ad eseguire i fori per l’alloggiamento del piombo che avremo precedentemente segnato durante le prove in acqua.
I fori in questo caso sono fatti con una punta di 0.9 mm
Questa è la fase particolare che ci permette di simulare il comportamento del legno come fosse plastica termosaldata o resina.
[IMG]foriq Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
In questo caso ho messo la sfera di piombo fissa nella parte posteriore e mobile in quella anteriore effettuando questo procedimento:
[IMG]piombo1 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Ho usato un tondino di samba di circa 1 cm ed ho praticato con una fresa tonda una concavità che permette al piombo di rimanere in posizione centrale ma di muoversi in tutte le direzioni.
Quindi ho preso un temperamatite ed ho fatto una leggera punta.
[IMG]temperino Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Poi ho preso il tondino infilandolo nel foro inserendo precedentemente la sfera di piombo.
[IMG]piombo2 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
A questo punto ho segnato con un lapis il punto in cui tagliare ed ho rifilato il tutto lasciandone una porzione sporgente così
[IMG]piombo3 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Ho provato quindi ad agitare il tutto per ascoltare il rumore presente e che mi dà l’idea di quanto sia il movimento in base al rumore che produce al suo interno.
Si incolla quindi leggermente il cono del dischetto, si infila la sfera e si chiude il tutto e si blocca con stucco anche quello posteriore così
[IMG]panciafatta Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Adesso abbiamo pronto l’artificiale per le decorazioni finali
[IMG]latofatto Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
[IMG]soprafatto Uploaded with ImageShack.us[/IMG]

Particolare della paletta
[IMG]particolarepala Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
Alcune considerazioni.
1. È possibile inserire un rattling nella parte anteriore usando questo sistema:
[IMG]coppella1 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
[IMG]coppella2 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]

Usando coppelle di rame, facilmente reperibili nei negozi di idraulica o ferramenta ben forniti, si effettua un foro circolare nel grezzo e si inseriscono dei pallini molto piccoli di acciaio. Per intenderci quelli dei cuscinetti a sfere.
Nell’esempio ho usato un piombino per rendere l’idea.
Le stesse coppelle possono essere usate anche per la zavorra principale.
2. la piombatura si può eseguire in tre modi distinti con varianti del caso.
3. piombi fissi. Questi permettono una grande stabilità e la possibilità di usare l’artificiale anche in corrente nonostante la grossa paletta anteriore. È il caso ad esempio della pesca di grossi pesci come aspi, marmorate ecc.
4. un piombo fisso ed uno mobile. È il caso del presente tutorial ed è la classica via di mezzo. Il fatto che ci sia una parte della zavorra mobile permette nei colpetti di cimino e nelle jerkate più violente dei movimenti inconsueti che una zavorra fissa non dà e molto adescanti. Gli stessi data la concavità presente nel “tappo” che chiude l’alloggiamento ne permette un ritorno in asse permettendo all’artificiale di recuperare l’assetto comunque. È mediamente difficile da eseguire perché anche sbagliando di poco l’asse di piombatura tende ad auto centrarsi. Eventuali difetti si riscontrano solo recuperandolo velocissimo ma comunque mantiene lo stesso l’assetto sbandando leggermente solo da un lato.
5. tutti i piombi mobili. È il più difficile da riprodurre perché non permette errori sia nel centraggio dei fori che in quello degli anellini soprattutto in quello di testa. Di contro la mobilità è molto più accentuata nelle sbandate laterali e nella risalita in superficie offre maggiore rollio all’esca. Quindi più instabile nei movimenti ma evidentemente in alcuni casi molto più adescante, come gli originali in plastica termosaldata o resina.
6. è possibile alternare il peso per permettere un affondamento più o meno marcato della coda in fase di riposo. Quindi ad esempio una volta calcolata la zavorra necessaria mettere la parte più pesante in coda e quella anteriore leggera della metà. Un rapporto circa di 2:1.
7. è possibile dalla dima originaria assottigliare di più la forma nel senso dell’altezza mantenendone un nuoto simile ma più stretto e frenetico.
8. è possibile anche costruire artificiali di dimensioni maggiori. Grazie alla dima stampabile mantenendo le proporzioni potrete arrivare alle misure che vorrete. Difatti ne ho preparati anche di 13 cm contro i 10 cm di questo presente nel tutorial. Ma si può fare anche l’inverso rimpicciolendoli. Nel caso di artificiali oltre i 10 cm è meglio comunque prevedere un alloggiamento in più per del piombo supplementare.
Questo tutorial per il momento termina qui, la seconda fase e cioè quella delle finiture la spiegherò nel successivo.
Quindi vi ringrazio per la pazienza portata a leggere tutta la pappardella scritta finora .
Ciao Emanuele Paolucci.
 
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